CASTELLO DI MIRAMARE -TRIESTE

PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE -TRIESTE
Dopo la morte di Massimiliano nel Castelletto sotto sorveglianza dei medici,si ritirò Carlotta presentando i primi segni di squilibrio mentale.
Carl Junker progettò oltre il Castello di Miramare anche il Parco e i lavori vennero affidati nel 1857 al giardiniere di corte Josef Laube successivamente sostituito dal boemo Anton Jelinek.L’Arciduca stesso definì quali piante dovessero essere interrare e fece provenire 820 specie di piante da vivai e ville del Veneto,
successivamente numerose tipologie arboree arrivarono dalle serre imperiali di Vienna della famiglia Asburgo, mentre quelle più esotiche vennero importate in seguito alla circumnavigazione del globo con la fregata Novara.
Nel parco si alternano sculture della scuola berlinese Moritz Geiss, le serre, il lago dei Cigni, i cannoni donati da Leopoldo I re dei Belgi e la cappella di San Canciano.
Come una silente sentinella una sfinge di età tolemaica risalente al II secolo a. C. scolpita in granito rosa è collocata in cima al molo del porticciolo del Castello.E’ un prezioso reperto facente parte della collezione egizia riunita da Massimiliano grazie alla consulenza scientifica dell’egittologo Simon Reinisch, e oggi conservata a Vienna presso il Kunsthistorisches Museum.
MUSEO ARTE ORIENTALE -TRIESTE
MUSEO MORPURGO -TRIESTE
PALAZZO TERGESTEO -TRIESTE
MUSEO REVOLTELLA -TRIESTE

MUSEO SARTORIO – DIMORA STORICA -TRIESTE
La biblioteca, suddivisa in tre ambienti, espone le librerie ottocentesche che conservano i circa seimila volumi di letteratura del Sette-Ottocento americana e letteratura classica, tra essi una rara sezione di opere massoniche settecentesche. Al centro della seconda biblioteca si possono ammirare i due globi terrestre e celeste di Wilhelm Janszoon Blaeu, datati intorno al 1600,cosmografo ufficiale degli Stati Generali d’Olanda. La sala espositiva conserva integro il pavimento a terrazzo veneziano, una coppia di piccole librerie e un pregevole cassettone del Settecento intarsiato.
Le stanze sono ricche di quadri, dipinti e disegni che hanno per soggetto vedute di città italiane ed europee, mercati e architetture della Venezia dell’Ottocento.Presso l’antica scuderia di Villa Sartorio c’è la gipsoteca-gliptoteca dei Civici Musei di Storia ed Arte, allestita in uno spazio apposito di 130 metri quadrati. Una ricca collezione scultorea: più di 500 pezzi, giunti dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi e gli esemplari più antichi della collezione sono quattro calchi di opere di Antonio Canova, realizzati dall’artista stesso.
Nel sotterraneo si può visitare una bella sezione dedicata alla ceramica, circa duecentocinquanta pezzi, che copre un arco di tempo molto ampio, dal Medioevo all’Ottocento. Il vasellame esposto proviene dalle più importanti manifatture italiane e si conclude con esempi di produzione inglese e settanta notevoli esemplari della ceramica triestina degli ultimi tre decenni del Settecento.
Villa Sartorio diviene “casa museo” nel 1947 grazie al lascito testamentario di Anna Segrè Sartorio. Al suo interno negli arredi, nelle opere d’arte e negli oggetti di uso quotidiano convivono gli stili:Impero come il Salone centrale dedicato ai ricevimenti e ai balli e adornato da consolles e specchi o la Sala di musica con il pianoforte e una serie di mobili Impero tra cui un’elegante dormeuse o la Stanza da letto del Duca (nel 1919 ospitò Emanuele Filiberto Duca D’Aosta) con una galleria di pregevoli dipinti del Sei-Settecento di soggetto sacro; Neorococò il Salotto rosa arredato con mobilio intarsiato con motivi floreali;
Biedermeier, come la Sala da pranzo con la tavola apparecchiata e, sulla credenza-piattiera, il pregiato servizio in porcellana Meissen, dono del re di Sassonia Federico Augusto II; Neogotico come la Sala gotica con con la sua decorazione uniforme dal pavimento al soffitto al mobilio e rispecchia l’adesione alla moda del recupero degli stili storici diffusasi verso la metà del secolo XIX.
In una sala particolare è conservato il prezioso Trittico di Santa Chiara, eccezionale testimonianza della pittura veneziana della prima metà del Trecento, un’opera d’arte eseguita a tempera su tavola. Riquadri raffigurano su fondo oro episodi della vita di Cristo, la morte di Santa Chiara e le stimmate di San Francesco. A trittico chiuso sono raffigurati sull’ala sinistra San Cristoforo, su quella destra San Sergio, con l’alabarda di Trieste in mano.
CASTELLO VECCHIO DI DUINO – TRIESTE
Alla rocca si poteva accedere per un unico sentiero impervio e fortificato lungo il muro di cinta. La torre era costituita da differenti piani. Dai resti ritrovati, come un leggio incastonato nella parete vicino ad una finestra ogivale e dagli affreschi rimasti nel piano inferiore, si è supposto che questo ultimo fosse adibito a cappella, mentre quelli superiori servirono a lungo come prigione. Un ponte levatoio si trovava dove oggi è posto l’ingresso alla rocca.
Un’altra leggenda racconta che nei sotterranei del Castello Vecchio era stata imprigionata Antonia una dolce fanciulla che si era innamorata di un uomo che sembrava un benefattore ma che in realtà era uno spietato e crudele assassino, Giovanni Sbogar. Purtoppo quando lei lo scoprì era stata derubata e aggredita dai suoi scagnozzi, impazzì dal dolore e si rinchiuse in un convento.
CASTELLO DI DUINO – TRIESTE
Il Castello di Duino si trova nel comune di Duino-Aurisina, a pochi chilometri da Trieste. Nel 1389, in sostituzione del Castelvecchio risalente al X secolo ancora visibile sullo sperone della roccia a picco sul mare, Ugone di Duino,capitano di Trieste, ordinò la costruzione di un Castello che fu edificato sulle rovine di un avamposto romano inglobando una torre del XVI secolo.
Di proprietà da oltre 420 anni della famiglia Della Torre di Valsassina prima e dei principi della Torre e Tasso poi, la storia del casato è legata alla gestione dei servizi postali che fu esercitata dalla famiglia, dal 1400 in poi, per più di 350 anni, in diversi stati europei, tra cui Italia, Austria, Germania, Ungheria e Paesi Bassi.
Il Castello durante la Prima Guerra Mondiale subì ingenti danni e fu in gran parte ricostruito. Fin dal 1600 numerose personalità importanti sia nel mondo politico che in quello artistico sono stati ospitati nel castello dei principi tra cui:Gabriele D’Annunzio,Franz Listz,Paul Valery,l’imperatrice Sissi e l’arciduca Francesco Ferdinando.
Il poeta praghese Reiner Maria Rilke, in un periodo della sua vita, fu ospite della Principessa Maria della Torre e Tasso a cui dedicò le “Elegie Duinesi” che erano state ideate e iniziate durante le lunghe passeggiate che il poeta era solito fare intorno al Castello.In omaggio al poeta è stato inaugurato nel 1987 “
Il sentiero Rilke”,una passeggiata panoramica,al limite del costone carsico a picco sul mare, di 2 chilometri che congiunge le località di Duino e Sistiana.Durante il percorso ci sono alcune postazioni belliche aperte sul mare.Dal maniero si gode uno stupendo panorama sulle ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare.
Il Castello ha un magnifico parco con 21.000 fiori a rotazione periodica. viali romantici pieno di statue e reperti archeologici,
e dalle meravigliose terrazze e dagli spalti si gode di un panorama stupendo sul mare.
CASTELLO DI SAN GIUSTO – TRIESTE
Il Castello di San Giusto è il simbolo della città ed è situato sulla sommità dell’omonimo colle. Le sue origini risalgono dalla metà dell’età del Bronzo quando fu edificato un castelliere che dalla cima del colle dominava e controllava tutto il territorio. Intorno al castelliere, si sviluppò nella prima metà del primo millennio a.C. sotto l’impero romano,Tergeste la “città del mercato”. Nella prima metà del II secolo a.C. Tergeste viene conquistata dai Romani e il territorio che va dal colle fino al mare diventa una colonia militare.
Nel 1468, Trieste dominata dall’Austria, sotto ordine dell’imperatore Federico III, costruisce una casa fortificata, affiancata da una torre, in cima al colle di San Giusto, per ospitare il capitano imperiale, il cui compito era controllare il borgo cittadino.Oggi “Casa del Capitano”. Nei secoli seguenti intorno alla Casa del Capitano si sviluppò la struttura del Castello.Tra il 1508 e il 1509 Trieste fu dominata dai veneziani il cui progetto era costruire una vera e propria fortezza triangolare con tre bastioni ai vertici. Riuscirono ad edificare solo il primo bastione, detto Rotondo o Veneto, circolare attorno alla torre. Il Bastione Lalio o Hoyos, dalla forma poligonale,venne edificato nel 1553-1557 mentre quello triangolare il Bastione Fiorito o Pomis fu completato nel 1636.
Attraversato il ponte levatoio si entra nell’ampio vestibolo d’ingresso, voltato a crociera, costruito a metà ’500 assieme al Bastione Lalio.
Durante i restauri degli anni ’30 del ’900 sulle pareti del vestibolo sono state collocate diverse antiche lapidi, in parte connesse alla storia del Castello, in parte provenienti dalla demolizione di antiche case della zona della Città Vecchia di Trieste e altre dall’Istria.
In fondo al vestibolo si trovano due grandi automi batti-ore ottocenteschi, noti in città come Michez e Jachez, provenienti dall’orologio del palazzo municipale di Trieste in piazza dell’Unità d’Italia.
Attraversato il vestibolo si accede a un vasto spazio scoperto,il Cortile delle Milizie così denominato forse per l’utilizzo militare del castello a partire dalla metà del Settecento. Il profondo pozzo-cisterna che dava acqua al Castello è circondato da lapidi del seicento-settecento relative alla Torre del Porto ed al Palazzo di Città, che un tempo si trovavano nella piazza Grande, l’attuale piazza dell’Unità d’Italia.
Il primo ambiente che si incontra al Civico Museo del Castello-Armeria è la quattrocentesca Cappella dedicata a San Giorgio. La zona presbiteriale mostra l’originario aspetto tardo-gotico ed è coperta da una volta a crociera. Al centro della volta vi è lo stemma dell’imperatore Federico III d’Asburgo eppoi in basso sono racchiusi gli scudi di Stiria, Carinzia e Carniola su cui sono incisi la data 1471 e l’acronimo “A.E.I.O.U.”, scelto come motto dall’imperatore. Le teste dell’aquila imperiale austriaca sono state scalpellate alla fine della prima guerra mondiale con il ricongiungimento di Trieste all’Italia. La statua sull’altare è un Crocifisso in legno, ascrivibile a bottega nord-europea del XVII secolo e la statua in legno di un Santo (San Giovanni Evangelista o San Paolo), è databile al primo quarto del XV secolo.
Quando il Castello fu trasformato in Museo, nel 1935, fu realizzato nell’intera altezza del castello un grande scalone a doppia rampa elicoidale in pietra con pareti ornate da armi in asta dei secoli XVI e XVII.
Il Comune di Trieste nel 1933 rende In omaggio ad un personaggio illustre nella storia e nell’editoria triestina Giuseppe Caprin (1843-1904), acquistando dagli eredi gli arredi della casa che era stata nell’ Ottocento uno dei più importanti salotti culturali italiani. Al Castello la Sala Veneta della Casa di Caprin è diventata la Sala Caprin la sala in cui il patriota triestino teneva la sua collezione di oggetti veneziani dei secoli XVI-XVIII.
Il soffitto a cassettoni inquadra la grande tela con il Trionfo di Venezia di Andrea Celesti (1639-1700).Le due sculture in legno raffigurano i Dogi (sec. XVIII) eppoi una scultura lignea del sec. XVII che raffigura San Giorgio che uccide il drago. La stanza quattrocentesca ha mantenuto la sua struttura originale, con la volta gotica, decorazione a stelle dorate su fondo blu e l’originario pavimento in cotto. La decorazione rinascimentale che incornicia il caminetto e le eleganti piastrelle maiolicate che ne rivestono le pareti provengono dalla Sala Veneta di casa Caprin.
La collezione di armi presente nell’Armeria si è formata attorno ad un nucleo di antiche armi da guerra ed alabarde cittadine. Le armi sono esposte nei tre camminamenti di ronda,al coperto, e sono caratterizzate da una notevole varietà cronologica e tipologica:alabarde, partigiane, corsesche, falcioni, spade, pugnali, baionette,balestre, spingarde, fucili, pistole. Molte delle armi esposte sono state donate da collezionisti privati e anche acquistate nei mercati di antiquariato.
Sul lato destro del Cortile si trova l’ingresso del Lapidario Tergestino, ubicato nei cosiddetti “sotterranei” del Bastione Lalio.
130 tra iscrizioni e sculture raccontano la storia di Tergeste romana con i monumenti dell’area capitolina, gli edifici sacri, il Teatro e le necropoli.