Nel 1995 Guinness dei Primati come “grotta turistica contenete la sala più grande al mondo”. La Grotta Gigante, la cui origine viene fatta risalire ad almeno una decina di milioni di anni fa, è una vasta cavità presente nel sottosuolo del Carso triestino, costituito da rocce carbonatiche prevalentemente calcaree e in minor misura dolomitiche. Numerosissime stalattiti e stalagmiti impreziosiscono la grotta e tra queste, che crescono attualmente ad una velocità media di 1mm ogni 15-20 anni, spicca l’imponente “Colonna Ruggero”, alta 12 metri e formatasi in circa 200.000 anni.
Molte di queste stalattiti presentano una colorazione rossastra, dovuta alla presenza di ossidi di ferro. La Grotta presenta tre accessi naturali, di cui due costituiscono oggi, rispettivamente l’ingresso e l’uscita del percorso turistico. Tutti e tre confluiscono in un’enorme caverna sotterranea che misura 98,5 metri in altezza, 167,6 metri in lunghezze e 76,3 metri in larghezza, per un volume di oltre 300.000 metri cubi. L’ingresso si trova a 274 metri sul livello del mare, mentre la quota del fondo della caverna misura 160,5 metri sul livello del mare.
Dalla caverna principale (denominata “Grande Caverna”) si diparte inoltre un profondo ramo laterale costituito da una serie di pozzi carsici verticali comunicanti, il cui fondo si trova alla profondità di 250 metri sotto la superficie e alla quota di circa 20 metri sul livello del mare. Si diramano dalla Grotta alcune gallerie laterali a fondo cieco le due principali misurano in lunghezza rispettivamente 80 metri e 60 metri.
La scoperta della Grotta comincia nel 1840 quando Trieste era il principale porto dell’Impero austroungarico e, grazie al boom economico, continuava ad espandersi velocemente. Ben presto le risorse idriche non erano più adeguate allo sviluppo della popolazione e poichè i corsi d’acqua presenti nel territorio, a causa del carsismo, venivano inghiottiti dai pozzi naturali e dalle gallerie delle rocce scavate sull’altipiano, non restava altro che cercare l’acqua nel sottosuolo. L’ingegnere montanistico Anton Friedrich Lindner andò ad esplorare alcune profonde cavità carsiche della zona, tra cui la stessa Grotta Gigante che però, era stata abbandonata ormai da milioni di anni dai corsi d’acqua che l’hanno scavata. Una nuova spedizione portò alla scoperta di due nuovi ingressi nel 1890. Uno di questi ingressi si prestava alla costruzione di scalinate per le visite turistiche e fu così che tra il 1905 ed il 1908 si costruì il primo percorso, ancora oggi in parte utilizzato.
Nel 1997 fu costruito il nuovo percorso di risalita, dedicato a Carlo Finocchiaro, a lungo presidente della Commissione Grotte E. Boegan, nel 2005 è stato inaugurato il nuovo “Centro accoglienza visitatori”, che ospita anche il Museo scientifico speleologico, mentre nel 2007 si concluse l’esplorazione dell’ultimo ramo laterale della Grotta Gigante, oggi dedicato allo speleologo Giorgio Coloni, che consente di raggiungere con l’ausilio di una vera e propria via ferrata la profondità di 250 metri, termina quindi a solo 20 metri sul livello del mare e nel 2009 è stato rinnovato integralmente l’impianto d’illuminazione della grotta.
La Grotta Gigante è pure sito d’importanti ricerche scientifiche nel campo della Geologia e Speleologia, Paleontologia, Archeologia, Fauna e Flora fino ad ospitare al suo interno i Pendoli Geodetici più lunghi del mondo, usati dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste per monitorare innumerevoli movimenti della crosta del nostro pianeta, dalle maree terrestri ai movimenti tettonici delle placche, a impercettibili vibrazioni generate da terremoti che avvengono anche all’altro capo del mondo.