18

Ago
2020

PALAZZO GOPCEVICH – MUSEO TEATRALE CARLO SCHMIDL TRIESTE

Spiridione Gopcevich un ricco commerciante della comunità serbortodossa, commissionò la progettazione del Palazzo all’architetto Giovanni Berlam che s’ispirò allo stile eclettico del Palazzo Ducale di Venezia.
il Palazzo fu edificato tra il 1847 e il 1850 e Gopcevich  vi abitò per vent’anni. Il Palazzo era troppo grande per un’unica dimora e quindi fu diviso in due metà una sul Canal Grande e l’altra su  verso via Machiavelli.Nel 1921 diventò sede della Compagnia di Assicurazioni Danubio , poi nel 1928 della Cassa Marittima Adriatica e nel 1999 fu comprato dal Comune per farne un Museo del Teatro.
Il portone centrale è sormontato da un balcone con parapetto e balaustra, sostenuto da cavalli alati e al primo piano sulla facciata del Palazzo ci sono quattro nicchie che rappresentano, secondo alcuni, il conte Zrinnski e consorte, a sinistra, ed il conte Kristofer Frankopan (Cristoforo Frangipane) e consorte, a destra. Ma secondo altri esperti, i quattro personaggi sarebbero gli eroi della battaglia di Kossovo Poljo, Campo dei Merli, combattuta tra Serbi e Turchi il 15 giugno del 1389: il principe Lazzar Grabljanovich, sua moglie Milica (a sinistra) e il condottiero Milos Obilic e un’anonima crocerossina che ebbe cura dei feriti sul campo di battaglia (a destra).
Le sale interne presentano varie decorazioni in stucco ai soffitti e pavimenti in parquet con intarsi, mentre il grande scalone che si apre dall’ingresso è in marmo.Carlo Schmidl e la nascita del Museo Carlo Schmidl (Trieste 7 ottobre 1859 – 7 ottobre 1943),figlio di un direttore di banda ungherese trasferitosi da Budapest a Trieste, Carlo Schmidl inizia la sua attività tredicenne come copista e commesso presso il Fondaco Vicentini.
Si tratta di un negozio di musica, promotore anche di alcune iniziative editoriali, di grande importanza nella vita musicale triestina dell’Ottocento, che sarà successivamente rilevato dallo stesso Schmidl.
In cinquant’anni raccoglie libretti, fotografie, programmi di sala, manifesti e locandine, autografi e cimeli e qualsiasi altro tipo di materiale documenti la vita teatrale e musicale a Trieste. In veste di autore, Schmidl dà alle stampe il Dizionario Universale dei musicisti (prima edizione: Ricordi, 1887) che rimane tutt’oggi strumento indispensabile per qualsiasi indagine sulla ‘musicografia’ del secondo Ottocento.
Il Civico Museo Teatrale nasce nel dicembre del 1924,Carlo Schmidl  stipula con il Comune di Trieste una convenzione con la quale rende di dominio pubblico la sua Raccolta storico-musicale, frutto di mezzo secolo di attività.
Nominato curatore a vita del Museo, mantenne la proprietà e nello stesso tempo la gestione della Raccolta e ne curò personalmente l’incremento con documenti e dati.
Alla sua morte, nel 1943, Schmidl lascia in eredità al Comune la sua Raccolta. Nel frattempo, nel 1936, è stato istituito l’Ente Autonomo Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, il quale mette a disposizione nuovi spazi per le raccolte del Museo in continua crescita.
Salvo la parentesi della seconda guerra mondiale, quando le raccolte vengono messe al sicuro in altre sedi, lo storico edificio del Teatro Verdi ospita pertanto il Civico Museo Teatrale di Fondazione Carlo Schmidl (questa la denominazione dal 1947 in poi) fino alla chiusura del Teatro per i lavori di ristrutturazione all’inizio degli anni Novanta. Provvisoriamente allestito nella sede di Palazzo Morpurgo in Via Imbriani, il Museo ha trovato definitiva collocazione a Palazzo Gopcevich.

Leave your comment

Please enter comment.
Please enter your name.
Please enter your email address.
Please enter a valid email address.