IL SANTUARIO DI MONTEGRISA TRIESTE

“Il Santuario nazionale a Maria Madre e Regina è posto su un ciglione carsico a 330 metri sul livello del mare, sul monte Grisa, con una vista spettacolare della città e visibile da tutti i paesi che si affacciano sul golfo. Per le sue dimensioni e l’ubicazione il tempio viene considerato come l’edificio di culto più maestoso di Trieste.

“Se con la protezione della Madonna, Trieste sarà salva, farò ogni sforzo perché sia eretta una Chiesa in suo onore”. Il 30 aprile del 1945 l’arcivescovo di Trieste, Monsignor Antonio Santin, fece un voto alla Madonna per la salvezza della città minacciata di distruzione dagli eventi bellici. Nel 1948, finita la guerra, il mons. Strazzacappa, a conclusione di un programma proposto per riaccendere in tutta Italia la devozione alla Madonna facendo conoscere il messaggio di Fatima, propose di realizzare a Trieste un tempio di interesse nazionale dedicato alla Madonna. 10 anni dopo nel 1958 durante una riunione della Conferenza episcopale italiana tenutasi a Roma, venne preso in seria considerazione l’auspicio del Sommo Pontefice Pio XII che invitava i Vescovi italiani, come già in altre Nazioni era stato fatto, a consacrare l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Nel 1959 il Papa Giovanni XXIII decise che il Tempio a Trieste sarebbe stato dedicato a Maria Madre e Regina come simbolo di pace e unità tra tutti i popoli. Da aprile a settembre del 1959 ebbe luogo il cosiddetto “pellegrinaggio delle meraviglie” e la statua della Madonna di Fatima attraversò i 92 capoluoghi di provincia dell’Italia partendo dalla Sicilia e concludendosi a Trieste il 17 settembre 1959, quando il Monsignor Antonio Santin, prese in consegna la statua della Madonna di Fatima.

Il 19 settembre, sul Monte Grisa veniva finalmente posta la prima pietra del grande Tempio. Erano i tempi della “guerra fredda” ed il Santuario situato proprio ai confini dell’Europa comunista, sarebbe diventato così un simbolo e un’implorazione all’unione fra i popoli, in particolare fra l’Occidente e l’Oriente.Il 20 settembre la statua della Madonna fece ritorno alla Cappellina di Fatima e il Vescovo di Leiria, Monsignor Joao Pereira Venancio, sotto la cui giurisdizione si trova il Santuario di Fatima accolse il desiderio dei tanti pellegrini di avere una copia della statua della Madonna nel Tempio a Trieste e volle portarla personalmente dal Portogallo a Trieste. Arrivò a Trieste via mare e fu trasportata processionalmente nella Chiesa di San Giusto, vi rimase per quasi 6 anni, fino a costruzione ultimata del Santuario consacrato il 22 maggio del 1966.  Il Tempio Mariano di  Monte Grisa raccoglie la memoria di quattro eventi nazionali:il voto fatto dal mons. Santin per la salvezza di Trieste (30 apr. 1945), la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria (13 sett. 1959),  il ricordo dei soldati caduti e dispersi (1945) ed il dramma dell’Esodo Giuliano-Dalmata.

 Il Santuario fu progettato dall’ing. Antonio Guacci, docente dell’università di Trieste, alla fine degli anni 50 su schizzo dell’arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin. Il progettista si ispirò al “diamante solitario” incastonato sull’anello delle bellezze di Trieste, e il suo intento era attirare lo sguardo di tutti verso l’alto, sull’esempio della Vergine Maria a cui il Tempio è dedicato.


 Il modulo utilizzato per l’edificio in cemento armato è il triangolo isoscele, con la base uguale all’altezza, figura geometrica che si ripete in ogni suo elemento architettonico, ricco di molteplici significati simbolici. Il triangolo nel linguaggio simbolico biblico, rappresenta la trascendenza di Dio ed evoca la lettera M come simbolo della Vergine Maria.

  Due sono le chiese: inferiore e superiore. La chiesa inferiore, orientata da Nord a Sud, con la sua bassezza, simboleggia l’umanità nella sua dimensione creaturale e con gli intrecci dei fasci luminosi e le penombre dona all’interno un’aurea di mistero che invita alla riflessione ed al silenzio.

 Oltre all’altare principale, dedicato al Milite ignoto è costellata di altari e di una cappellina. La chiesa superiore, orientata da Est verso Ovest con la sua eminente altezza, simboleggia la trascendenza, la divinità. Le pareti a vetro conferiscono all’aula trasparenza e luminosità che la rendono in continuità con il cielo, il mare e la vegetazione circostante e il grande profilo triangolare della struttura con la punta verso l’interno, per formare il vano campane, disegna una grande “emme”(M) il monogramma di Maria

I triangoli di vetro che ricoprono la facciata sostenuti da costoni di cemento armato formano una lunga sequenza di lettere (A) ed (M) che rappresentano le iniziali del saluto angelico: “Ave Maria”.

 L’interno della chiesa superiore è modellato come un un favo d’api per le molteplicità degli elementi esagonali che rivestono le sue pareti tanto da farle assomigliare al reticolo delle celle, ricolme di miele, di un’arnia. Questa dimensione simbolica attualizza il carisma del Tempio che recita: ”da questo favo, il Tempio; l’ape madre e regina, la Madonna; vuole dispensare il suo miele, le sue celesti grazie a tutti coloro che vengono a pregarla”.

Gli altari laterali,di sagoma triangolare, formano la “emme” (M) di Maria e il modulo del triangolo compare anche nella croce sopra l’altare dell’Eucarestia, composta da una fitta trama di grossi cristalli colorati che formano i 5 lobi della croce, a significare le 5 piaghe di Gesù crocifisso.

Si racconta che all’alba del progetto del Tempio, mons. Antonio Santin ebbe un sogno premonitore: vide sopra uno sperone roccioso una nave con la prua rivolta verso il mare con le vele dispiegate al vento.La nave è simbolo della Chiesa, ma anche di Maria della quale ella è modello, aurora e madre: sempre pronta con le sue grazie ad accompagnarla maternamente al porto più sicuro. L’ing. Guacci non sembra aver disatteso la visione profetica del suo committente: la chiesa inferiore, infatti, assomiglia alla “stiva” di una nave.La chiesa superiore invece, assomiglia alla “coperta” di una nave, dove l’altare maggiore, indica il “ponte di comando”: il “nocchiero” Cristo unendola a Se con il suo spirito, la sospinge verso la gloria del Padre.L’altare della Madonna, invece, in fronte all’altare dell’Eucarestia ne suggerisce la “rotta” della nave: “fate quello che Egli vi dirà” (Gv. 2,5).

La facciata esterna dell’edificio mostra 3 grandi dimensioni architettoniche: la piramide ad indicare la trascendenza, la composizione dei triangoli ad indicarne la pluralità e la sua monolitica struttura ad indicarne l’unità. Nella composizione di questi 3 grandi simboli, il Tempio anche dall’esterno, annunzia un messaggio sempre attuale: “l’unità nella pluralità si raggiunge quando si guarda in alto, dove si scorge maggiormente ciò che unisce anziché ciò che divide”.

 Sulla strada difronte al cancello del Santuario è presente una Via Crucis con le quattordici stazioni, l’ultima delle quali si trova all’interno del perimetro del santuario. Immerso nel bosco di pini e con una vista stupenda sul mare, il santuario è meta per singoli e gruppi di pellegrini che cercano un luogo di preghiera tranquillo e rilassante.