LUNGOMARE DI BARCOLA TRIESTE

La popolare “scoierà” su cui si affaccia la Pineta e la riviera fu costruita per iniziativa del Duca d’Aosta quand’era ospite del castello di Miramar.

Il Comune per consentire la balneazione, vietata sulla scogliera, aprì nel 1926 il bagno popolare CEDAS che, però, non riuscì a contenere la massa estiva dei bagnanti. Il Cedas era aperto su un’ampia distesa di mare e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso; ma nel reparto femminile c’era un ampio spogliatoio, attigui alla casa del custode, al quale si poteva accedere con un assai modesto sovrapprezzo. Questo durò fino al 1966. Il 4 novembre di quell’anno, una violenta mareggiata spazzò via le strutture, meno quelle a mare.

Nel 1935 il comune commissionò la costruzione di due coppie di terrazze semicircolari, distribuite tra uomini e donne, al di sotto del livello stradale in modo da non impedire la visuale del golfo per coloro che transitavano sulla strada. Nel 1945  gli stabilimenti furono distrutti dai tedeschi e nel 1953 il Governo Militare Alleato ne finanziò la ricostruzione a cui si aggiunsero nel 1959 altre sette per un totale di dieci terrazze e due terrapieni, uno con spiaggia e uno senza. Il nome Bagno Topolino comparve nei documenti del comune per la prima volta nel 1959 e indicava le prime quattro terrazze.

L’origine del nome probabilmente stava nel fatto che il bagno era piccolo come un topolino in confronto agli altri stabilimenti dell’epoca presenti in città, infatti, era chiamato inizialmente solo Topolin e faceva coppia con Pedocin (alla Lanterna). Attualmente il nome è diventato i “Topolini”, forse per il fatto che i dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due visti dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il Topolino della Walt Disney Studios.

Gli stabilimenti hanno trasformato la riviera barcolana, sino al Miramàr, in uno spazio balneare pubblico e gratuito e ancora oggi il lungomare di Barcola è il luogo abituale dei triestini che vanno a prendere il sole e a fare il bagno in mare o a praticare attività sportive all’aperto.