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LA CASA DELLE BISSE -TRIESTE

Dietro piazza Sant’Antonio, in Via San Lazzaro 15 c’è Casa Allodi, conosciuta col nome di “Casa delle bisse” (Casa delle bisce). Fu costruita su progetto dell‘architetto Bubolini nel 1771 in stile neoclassico con elementi di rococò francese e nel corso degli anni ha subito numerosi interventi che hanno trasformato l’aspetto originale ideato con solo due piani mentre oggi si presenta con un un piano aggiuntivo e con la mansarda. Trieste racconta che la scritta: “Aedes anno MDCCLXXI ob aque inopiam aceto absoluta” che compare all’interno della Casa è stata posta per ricordare che durante la costruzione, nel 1771,  in città mancava l’acqua e i pozzi erano secchi, e il costruttore per evitare di ritardare la consegna, acquistò una grande quantità di aceto per preparare le malte.
“Hoc me ornamento Galli affecerunt MDCCCIX” questa è la scritta che compare all’ingresso. Trieste racconta che la Casa fu colpita da una palla di cannone sparata dai francesi durante la battaglia con gli  austriaci che volevano cacciarli dal dal Castello di Trieste ed è conservata ancora infissa all’ingresso. Nel 1813, per ricordare l’evento, il proprietario della Casa dal 1793, il reverendo don Marco Sadnech, fece porre sul portale d’ingresso principale un gruppo scultoreo allegorico.

Il gruppo raffigura un serpente, allegoria di Napoleone I, attaccato da tre aquile, che rappresentano l’Austria, la Russia e la Prussia. Dall’architrave pende una sfera dorata, posta in memoria della palla di cannone .

Trieste Castello di MIramare

CASTELLO DI MIRAMARE -TRIESTE

Il Castello sorge sul promontorio di Miramare a picco sul mare vicino alla baia di Grignano a pochi chilometri dalla città. Massimiliano d’Asburgo-Lorena, Arciduca d’Austria e imperatore del Messico,nel 1855.
Si racconta che Massimiliano d’Asburgo-Lorena, Arciduca d’Austria e imperatore del Messico, nel 1855  in seguito ad una burrasca, si riparò nel porticciolo di Grignano e rimase affascinato dal promontorio di Miramar, in spagnolo “mirar el mar”. Nel ricordo dei castelli che si affacciavano sulle coste dell’oceano Atlantico, l’Arciduca fu ispirato dal luogo per la costruzione del Castello come sua dimora
Trieste Massimiliano e Carlotta
e della moglie Carlotta del Belgio e affidò il progetto all’ingegnere Carl Junker. I lavori cominciarono il 1° marzo 1856 e terminarono nel 1871 e il costo si aggirò intorno ai 600.000 fiorini. Il Castello di Miramare fu realizzato in pietra bianca d’Istria secondo uno stile eclettico che unisce il neogotico al revival medioevale.Il committente e l’architetto si erano ispirati alla corrente “romantisches Historismus”, sviluppata in quegli anni da Theophilus Hansen all’Arsenale di Vienna e alla villa Pereira, poco a nord della capitale imperiale.
Si articola in due corpi di fabbrica connessi tra di loro da un corpo centrale arretrato e una torre posizionata nella zona prospiciente al mare. Si sviluppa su due piani e un mezzanino e presenta lungo tutto il perimetro sommitale una merlatura espressamente voluta dall’Arciduca. Il castello si affaccia, da un lato, su un spiazzo decorato con aiuole e una fontana, mentre dall’ala occidentale, sul porticciolo e infine, dal lato opposto all’ingresso, è circondato da una terrazza a picco sul mare.
All’interno, il Castello fu suddiviso in numerose stanze. Il piano terra fu destinato alla residenza della coppia, mentre, quello superiore agli ospiti e alla rappresentanza. Franz e Julius Hofmann realizzarono la decorazione degli interni.I lavori del piano terra terminarono nel 1860 data in cui Massimiliano e Carlotta si trasferirono nel Castello, dopo il decadimento dalla carica di governatore del Lombardo-Veneto, mentre le stanze della rappresentanza terminarono intorno al 1870.Nel 1930, parte del piano della rappresentanza fu adibito a residenza del Duca Amedeo d’Aosta, che vi abitò per circa sette anni e modificò alcune stanze secondo lo stile dell’epoca nonchè sostituì insegne Imperial-Regie con croci sabaude.
Le stanze del Castello conservano anche una pregevole raccolta di vasi orientali e mantengono tutti gli arredi originali compresi di ornamenti, mobili e oggetti risalenti alla metà del XIX secolo.
L’arredamento del castello segue per lo più lo stile Biedermaier ma anche rinascimentale e secondo impero che implicavano un maggior uso dell’oro e decorazioni uguali nel soffitto e nel pavimento.
 La camera XIX è ornata da una serie di dipinti di Cesare Dell’Acqua raffiguranti la storia di Miramare realizzati con la collaborazione dello storico triestino Pietro Kandler. Il 14 aprile 1864 Massimiliano salpò insieme alla moglie alla volta del Messico, a bordo del Novara, la stessa nave che ne riporterà indietro la salma quattro anni più tardi.Prima di partire lascio le disposizioni testamentarie in cui il Castello veniva lasciato alla sua cara Carlotta:”Da ciò che ho di più caro, la mia Carlotta, prendo congedo con cuore pieno di riconoscenza. Sento il bisogno di confessare che ad essa debbo infinita felicità; poiché mai la più piccola lite ci ha divisi, poiché ella ha avuto sempre mitezza di cuore per i miei errori e in tutte le fasi della nostra vita movimentata ha avuto l’amore più vero e fedele che mi ha colmato di felicità…..“Nessuno sa meglio di lei, ciò che mi era caro in vita e lo onorerà; in particolare però io le raccomando il mio caro Miramare e Lacroma, dei quali ella è già proprietaria secondo l’atto di donazione datato Miramare 5 aprile 1864.”

In Messico fu incoronato Imperatore nel 1864 e fu fucilato a Querétaro nel giugno del 1866.

Il Castillo de Chapultepe fu la dimora di Massimiliano e Carlotta in Messico e ha molti tratti architettonici e naturali simili al Castello di Miramare.

Si racconta che il Carducci durante una delle sue gite a Trieste volle vedere il castello, d′onde l′infelice Massimiliano era partito per l′impero del Messico. Entrò nella stanza di studio dell′Arciduca, costruita in guisa che rassomigliasse la cabina della contrammiraglia Novara che lo trasportò al Messico, vide i ritratti di Dante e del Goethe presso il luogo ove Massimiliano sedeva a studiare; vide aperta sul tavolino un′antica edizione di romanze castigliane; vide incise nella sala maggiore più sentenze latine; queste fra le altre : Si fortuna iuvat caveto tolli – Si fortuna tonat caveto mergi – Saepe sub dulci melle venena latent – Non ad astra mollis e tenuis via – vivitur ingenio, caetera mortis erunt. Quale impressione facesse sul poeta quella visita lo dice l′ode, che subito dopo egli pensò, e della quale scrisse subito queste prime strofe.“O Miramare, a le tue bianche torri attediate per lo ciel piovorno fosche con volo di sinistri augelli vengon le nubi”…
Con la forma slanciata ed il bianco del marmo carsico stagliato verso il blu del mare il Castello è visibile da ogni parte della città ed è uno dei castelli più visitati dell’Italia.

PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE -TRIESTE

Il Castello è circondato da un grande Parco di circa 22 ettari.
All’interno del Parco, Massimiliano fece costruire il piccolo  “Gartenhaus” chiamato anche Castelletto, in quanto richiama gli esterni del Castello di Miramare. Si affaccia sul porticciolo di Grignano e  fu abitato dai consorti finchè non furono terminati i loro appartamenti all’interno del Castello.

Dopo la morte di Massimiliano nel Castelletto sotto sorveglianza dei medici,si ritirò Carlotta presentando i primi segni di squilibrio mentale.

Carl Junker progettò oltre il Castello di Miramare anche il Parco e i lavori vennero affidati nel 1857 al giardiniere di corte Josef Laube successivamente sostituito dal boemo Anton Jelinek.L’Arciduca stesso definì quali piante dovessero essere interrare e fece provenire 820 specie di piante da vivai e ville del Veneto,

 successivamente numerose tipologie arboree arrivarono dalle serre imperiali di Vienna della famiglia Asburgo, mentre quelle più esotiche vennero importate in seguito alla circumnavigazione del globo con la fregata Novara.

Nel parco si alternano sculture della scuola berlinese Moritz Geiss, le serre, il lago dei Cigni, i cannoni donati da Leopoldo I re dei Belgi e la cappella di San Canciano.

Come una silente sentinella una sfinge di età tolemaica risalente al II secolo a. C. scolpita in granito rosa è collocata in cima al molo del porticciolo del Castello.E’ un prezioso reperto facente parte della collezione egizia riunita da Massimiliano grazie alla consulenza scientifica dell’egittologo Simon Reinisch, e oggi conservata a Vienna presso il Kunsthistorisches Museum.

MUSEO ARTE ORIENTALE -TRIESTE

All’inizio di Cavana, il museo d’Arte Orientale ha sede in uno storico edificio del XVIII secolo, il Palazzetto Leo, che risale al 1747 e costruito dall’architetto Giovanni Fusconi.
I Leo si erano stabiliti a Trieste nel 1155 e nel ‘600 divennero baroni del Sacro Romano Impero. Tra il 1772 e 1773 ospitò Giacomo Casanova. Morto Pietro Leo de Loewensberg nel 1814 la casata si estinse. Agli inizi del ‘900 il conte Laval Nugent, erede del barone de Zanchi già proprietario del secondo e terzo piano, acquistò tutto il palazzetto e nel 1954 fu donato al Comune di Trieste.
Il Museo d’arte orientale è stato inaugurato l’8 marzo del 2001 e ospita le collezioni d’arte orientale, ricordi di viaggio, armi, strumenti musicali e reperti di vario tipo provenienti da tutta l’area asiatica, in particolare il racconto dei rapporti tra Trieste e Oriente attraverso il Canale di Suez avviati nel ’700,l’interessante nucleo di sculture del Gandhara,tessuti in seta cinese ricamata,
porcellane dal periodo Song,

sculture e oggetti legati a Confucianesimo, Taoismo e Buddismo,
porcellane giapponesi, collezione di stampe dell’Ukiyo-eopere di grandi maestri dell’arte giapponese tra cui Hiroshige e Hokusai con la celeberrima Onda.