All’ingresso di Piazza Unità d’Italia, provenendo da Piazza della Borsa, dove prima sorgeva il Palazzo del Magistrato,
nel 1875 fu progettato dall’architetto Giuseppe Bruni il Palazzo del Municipio. Lo stile delle facciate è caratterizzato da un misto di stile parigino e manierismo germanico.
Il Palazzo inizialmente non piacque al popolo triestino che lo soprannominarono palazzo “Cheba”, ovvero palazzo “Gabbia”, per la forma che ricorda una enorme gabbia per gli uccelli, ma anche palazzo “Sipario”, poiché con la sua mole imponente riusciva a nascondere i ruderi e le brutture delle case della Cittavecchia che si trovavano alle sue spalle. Il piano terra è realizzato da archi a tutto sesto che riproducono l’idea di un porticato, mentre ai piani superiori si aprono numerose finestre divise in bifore e trifore.
Composto da due corpi laterali di quattro piani di altezza, e da un corpo centrale più alto di un piano e caratterizzato dalla torre dell’orologio, in cima alla quale due mori in bronzo, soprannominati dai triestini Micheze e Jacheze (I loro nomi derivano dallo sloveno “Mihec” e “Jakec” che significa Michele e Giacomo), scandiscono il tempo ogni quarto d’ora. I primi dodici rintocchi di mezzoggiorno si sentirono il 14 gennaio del 1876.
Le due statue ricordano i due mori installati nel 1517 sulla Torre dell’Orologio, chiamata anche Torre del Porto, oppure ancora Torre del Mandracchio che era la porta della piazza (allora Piazza Grande o Piazza San Pietro) che dava sull’antico porto della città.
Attualmente sulla torre del Municipio sono due copie delle statue originali che si trovano all’ingresso del castello di San Giusto.